YTONG, il sistema costruttivo sostenibile che tutela il clima assorbendo la CO2
Una ricerca condotta dal Centro di Ricerca & Sviluppo del Gruppo Xella dimostra come il sistema Ytong contribuisca ad assorbire C02 in maniera naturale, senza rilasciarla.
Una ricerca condotta dal Centro di Ricerca & Sviluppo del Gruppo Xella dimostra come il sistema Ytong – il materiale da costruzione ecologico, sostenibile e con un profilo ambientale eccellente – contribuisce attivamente ad assorbire C02 in maniera naturale, senza rilasciarla.
Il sistema da costruzione Ytong è costituito da calcestruzzo aerato autoclavato (CAA), un materiale prodotto con materie prime naturali, come sabbia, calce, cemento e acqua, mescolate con un agente aerante. Il CAA è un materiale da costruzione leggero, che possiede proprietà uniche e un profilo ambientale ottimale. È realizzato con inerti dalle dimensioni non superiori alla sabbia e caratterizzato da una struttura cellulare porosa, che si crea attraverso un processo di “maturazione”, realizzato in autoclave. Ed è proprio questa struttura porosa contenente aria, da cui deriva il nome “calcestruzzo aerato”, che conferisce al materiale le sue straordinarie e uniche proprietà nel campo dell’isolamento termico, dell’accumulo di calore, dell’insensibilità all’umidità e della resistenza al fuoco (Euroclasse A1, incombustibile).
Ytong, il sistema completo dalle caratteristiche uniche
Il sistema costruttivo Ytong è formato da un’ampia gamma di elementi, dai blocchi per murature portanti e di tamponamento, alle tramezze per le pareti divisorie, gli architravi, le tavelle, gli elementi a U e i pezzi speciali, che costituiscono un sistema completo e funzionale a rispondere a tutte le esigenze costruttive, in tutte le applicazioni. Ytong, altamente sostenibile, duraturo, leggero ed ecologico, contribuisce in maniera determinante alla sostenibilità e all’elevata efficienza energetica degli edifici in cui è utilizzato come componente costruttivo.
Oltre ad avvantaggiare le performance tecniche ed energetiche degli edifici, Ytong offre un contributo attivo alla riduzione della CO2 presente nell’ambiente durante il corso del suo ciclo di vita in opera. Questa proprietà è stata oggetto di uno studio specifico, di cui sono stati recentemente pubblicati i risultati.
Ytong assorbe la CO2
Infatti, il calcestruzzo aerato autoclavato (AAC) presenta una capacità finora meno conosciuta, ovvero – grazie alla sua natura cristallina – è in grado di assorbire e imprigionare CO2 nella sua struttura, fino a 70 kg/m3, in maniera similare a quanto fa il legno, ma senza rilasciare tali molecole nemmeno a fine vita, dando un originale contributo per contrastare l’effetto serra.
Questo meccanismo è originato dalla capacità del calcestruzzo aerato autoclavato di legare la CO2 e fissarla in modo permanente nella sua struttura. Durante il ciclo di vita in esercizio come materiale da costruzione per edifici, che può durare anche 100 anni, il materiale immagazzina grandi quantità di CO2 senza rilasciarla più: di fatto questo ne fa un potente alleato per la protezione del clima.
Lo studio di Xella sul processo di assorbimento della C02
Alla luce del dibattito scientifico sul comportamento della CO2 come gas serra e sul bilanciamento dei flussi di materiale, è necessario rivalutare il rilascio e la fissazione della CO2 durante il ciclo di vita di tutti i prodotti da costruzione.
Recentemente il Centro di Ricerca & Sviluppo del Gruppo Xella (Technologie- und Forschungsgesellschaft) ha condotto e pubblicato una ricerca curata dal Dr. Hartmut Walther* che analizza e dimostra scientificamente il comportamento dell’AAC in relazione all’assorbimento della CO2 in fase di utilizzo e dunque la sua importanza per la tutela del clima.
È un dato di fatto che il calcestruzzo aerato autoclavato assorba CO2 durante l’uso: il ri-vincolo della CO2 è noto come processo di ri-carbonatazione, durante il quale la CO2 viene riassorbita e intrappolata in modo permanente all’interno dei minerali carbonatici che compongono il CAA. Nel corso del tempo infatti, il calcio reattivo contenuto nel materiale forma carbonati e, in questo processo, assorbe CO2 in quantità direttamente proporzionale a quella di legante utilizzato.
Le conclusioni della ricerca
Lo studio ha testato e dimostrato, mediante rilevazioni su sezioni di murature di edifici esistenti, che il processo di assorbimento di CO2 avviene in modo omogeneo sull’intero blocco in calcestruzzo aerato autoclavato e dunque uniforme in tutta la struttura. Inoltre l’elevata porosità dell’AAC consente un processo continuo e, contrariamente al calcestruzzo, impedisce la formazione di fronti di carbonatazione che sono associati a una diminuzione dello spazio dei pori e una conseguente sostanziale sigillatura della struttura. Pertanto, l’assorbimento di CO2 da parte dell’AAC non viene interrotto prematuramente, ma continua fino a quando l’ossido di calcio attivo non è completamente ri-carbonato, così il materiale non perde nel tempo le sue proprietà. A differenza del calcestruzzo, nel caso della CAA ciò si ottiene senza degrado della struttura. Dunque il processo di ri-carbonatazione, che si attiva e resta costante durante la fase di utilizzo, riduce l’impronta di carbonio (o GWP, potenziale di riscaldamento globale) del calcestruzzo aerato autoclavato, con misurabili benefici per l’ambiente.