VI Conferenza nazionale sull’efficienza energetica
Le conclusioni della VI Conferenza nazionale sull’efficienza energetica, svoltasi a Roma il 9-10 dicembre 2014.
Nella sua sesta edizione, la Conferenza Nazionale per l’efficienza energetica ha proposto un bilancio critico delle politiche energetico-climatiche italiane ed europee.
In apertura della prima sessione dei lavori sull’efficienza energetica, è stato illustrato il Rapporto annuale dell’associazione Amici della Terra. Il rapporto fa il punto della situazione rispetto agli obiettivi al 2020 della strategia europea contro i cambiamenti climatici mettendo in luce elementi fortemente critici di cui la politica e l’informazione non hanno ancora preso atto.
In base ai dati 2014, l’Italia ha sostanzialmente raggiunto, con sei anni di anticipo, gli obiettivi del cosiddetto 20-20-20. Un risultato che pone l’Italia tra i paesi leader nel mercato dell’efficienza energetica. Una leadership contraddistinta anche dalla qualità dei corsi di formazione professionale per gli Energy manager, riconosciuti all’unanimità tra i migliori del vecchio continente.
VI Conferenza nazionale sull’efficienza energetica
In particolare, nel 2014, il consumo di energia primaria, utilizzato come indicatore per l’efficienza energetica, segna una riduzione di circa il 31%, superiore a quella del 20% fissata come obiettivo 2020 dalla UE rispetto ai consumi previsti dallo scenario riferimento.
Purtroppo, nel corso del 2014, alcuni atti importanti come il recepimento della Direttiva 2012/27/UE, il nuovo Piano di azione per l’efficienza energetica e il Quadro 2030 per le future politiche dell’energia e del clima dell’Unione Europea, sono state occasioni mancate per reimpostare la strategia contro i cambiamenti climatici attraverso strumenti efficaci.
Contraddizioni che si vedono ancora oggi nelle azioni di governo, si legge nel rapporto degli Amici della Terra.
Da una parte viene varato il decreto “spalma incentivi” per gli impianti fotovoltaici già realizzati, dall’altra si annunciano nuovi decreti con ulteriori risorse da destinare a nuovi impianti di rinnovabili elettriche, eolici in particolare. Tutto ciò avviene senza alcuna analisi dei risultati in rapporto alle risorse impegnate; senza considerare il danno provocato dagli incentivi fuori misura che hanno innalzato di oltre il 20% il prezzo dell’energia elettrica per famiglie e piccole imprese; senza prendere atto del livello ormai raggiunto dalla produzione delle rinnovabili elettriche; continuando a ignorare il potenziale di sviluppo delle rinnovabili termiche che, secondo la stessa SEN, avrebbero dovuto avere un ruolo primario sia per il 2020 che per il 2030.