Tasse immobili: più cooperazione tra comuni, cittadini e fisco
“Con la collaborazione dei Comuni e dei cittadini si può rimediare ad alcune iniquità relative alle tasse immobili, dovute alla mancata riforma del catasto”.
“Con la collaborazione dei Comuni e dei cittadini si può rimediare ad alcune iniquità relative alle tasse immobili, dovute alla mancata riforma del catasto”, così Fausto Amadasi, presidente della Cassa Geometri CIPAG, durante l’incontro ‘integrare le risorse ordinarie e straordinarie: una politica per i Comuni e le Città’ nell’ambito dell’assemblea annuale dell’Anci.
Per Amadasi “ci sono oggi tutti gli strumenti per sopperire ad alcuni squilibri fiscali nell’attuale sistema delle tasse immobili, ma restano inutilizzati. I due commi (il 335 e il 336) dell’articolo 1 della legge 311 del 2004 – spiega – prevedono la collaborazione dei Comuni con l’Agenzia delle Entrate. Nelle zone dove il rapporto tra valore medio di mercato e quello catastale si discosta eccessivamente, i Comuni possono intervenire per riequilibrare il rapporto. Purtroppo” prosegue Amadasi “ solo un numero irrilevante di Comuni ha attivato la revisione delle rendite e una percentuale inferiore al 15% ha dato seguito alle verifiche sugli immobili, oggetto di intervento edilizio, per i quali non è stata presentata la variazione catastale”.
“I Comuni “ afferma ancora Amadasi “dovrebbero, inoltre, attivarsi per definire le pratiche di Condono Edilizio ancora pendenti e per le quali sarebbe possibile smaltire decine di migliaia di pratiche, tramite l’autocertificazione del proprietario con la verifica della corrispondenza della stessa al Catasto, certificata da parte di un tecnico libero professionista, come avviene per le normali pratiche edilizie”.
Il presidente CIPAG ha fatto inoltre riferimento al celebre caso di Napoli, dove per far fronte a circa 85 mila richieste di condono pendenti è stato possibile presentare la cosiddetta «procedura semplificata» che ha consentito di definirne oltre 53 mila, con l’emissione di 30 mila permessi di costruzione in sanatoria, recuperando gli oneri di urbanizzazione, i diritti comunali e la parte delle sanzioni non pagate per un importo globale che ha superato i 100 milioni di Euro.