Split payment: esteso l’ambito di applicazione ai liberi professionisti
Il meccanismo della scissione dei pagamenti dell'Iva, meglio conosciuto come “Split payment”, a partire dal 1 luglio riguarderà anche i liberi professionisti
Il meccanismo della scissione dei pagamenti dell’Iva, meglio conosciuto come “Split payment”, a partire dal 1 luglio riguarderà anche i liberi professionisti che lavorano con la pubblica amministrazione o con le società quotate. Questi ultimi infatti, e qui sta la grande novità, non incasseranno più l’Iva.
Le pubbliche amministrazioni e le società quotate che ricevono le fatture dai professionisti per le loro prestazioni, coloro cioè che subiscono l’applicazione delle ritenute alla fonte sui compensi percepiti, non verseranno l’Iva a questi ultimi, bensì la pagheranno direttamente allo Stato. E’ una delle novità contenute nel decreto legge correttivo dei conti pubblici, approvato lo scorso martedì dal Consiglio dei Ministri. Il testo è stato approvato salvo intese e, dunque, ancora in corso di stesura.
Questa “scissione dei pagamenti” dell’Iva interviene a modificare l’iter di riscossione di un fornitore della pubblica amministrazione: dopo l’emissione della una fattura, l’ammontare dell’importo corrisposto era comprensivo dell’Iva. Ora dal 1 luglio la quota pari all’Iva corrispondente potrebbe essere versata direttamente all’erario dalla stessa pubblica amministrazione.
La misura ha immediatamente suscitato reazioni molto perplesse e preoccupate da parte delle associazioni di categoria e dei liberi professionisti perché, secondo una prima valutazione, i mancati introiti comporterebbero conseguenze molto gravose, fino al ricorso al credito per i corrispondenti oneri in interessi. Così il Segretario CNGeGL Ezio Piantedosi: “Siamo completamente spiazzati e amareggiati. Facciamo notare che sui nostri compensi si applica già la ritenuta e questa è un’ulteriore penalizzazione”.