SAIE 2018 consacra il digitale come ambiente operativo di sviluppo dell’industria delle costruzioni
Nel corso di un’intervista al Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli pubblicata dal quotidiano economico – finanziario “Italia Oggi” si è fatto il punto sul futuro digitale dell’Edilizia
Nel corso di un’intervista al Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli pubblicata dal quotidiano economico – finanziario “Italia Oggi”, emerge come le competenze digitali siano il percorso impegnativo che il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati sostiene con un’offerta formativa di alto livello, funzionale al raggiungimento di un obiettivo ambizioso: consentire alla Categoria di assumere un ruolo chiave nei futuri e ormai prossimi team di progetto
Si è da poco conclusa l’edizione 2018 del SAIE “Tecnologie per l’edilizia e l’ambiente costruito 4.0”, che ancora una volta ha annoverato la categoria dei geometri tra i suoi protagonisti, capace di offrire contributi pertinenti sui temi che riguardano la professione, come ad esempio le evoluzioni in materia di adeguamento antisismico e sicurezza dell’edificio (anche alla luce delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni), ma soprattutto di fornire le coordinate per interpretare gli scenari futuri del mondo delle costruzioni. Di questo secondo aspetto, in particolare, parliamo con il numero uno del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati.
Presidente Savoncelli, in che direzione sta andando l’edilizia?
L’edizione appena conclusa del SAIE 2018 ha reso evidente il legame tra il modo delle costruzioni e quello della trasformazione digitale, consolidato dalla progressiva affermazione della metodologia Building Information Modeling, la cui introduzione (obbligatoria dal 1° gennaio 2019 per le opere pubbliche di importo superiore a 100 milioni di euro, con una graduale estensione a quelle di minore importo entro il 2025) consentirà finalmente all’Italia di colmare il gap con altri Paesi europei, più avanti nell’utilizzo della progettazione model-based. E’ quanto auspicato dai professionisti di area tecnica, che per primi hanno raccolto la sfida lanciata dall’Edilizia 4.0, individuando le modalità operative più efficaci per rendere il BIM uno strumento al servizio del mondo delle costruzioni.
Quali contributi avete dato allo sviluppo del BIM?
Come Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e Rete delle Professioni Tecniche, anche nell’ambito della Commissione Baratono presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, abbiamo individuato i temi da sviluppare per giungere ad un modello di gestione digitale corretto, dandone evidenza in occasione di audizioni parlamentari: il contesto legislativo, la qualificazione professionale, la standardizzazione dei processi, l’uniformità del linguaggio informatico. Inoltre, abbiamo tracciato le linee-guida di un processo di project management basato sull’integrazione collaborativa tra tutti i soggetti della filiera dell’edilizia chiamati ad intervenire nelle fasi di progettazione architettonica, strutturale, impiantistica e manutentiva, ciascuno per le proprie competenze.
Ritiene che tale approccio possa favorire i processi di prevenzione e manutenzione dell’ambiente costruito?
E’ tra i nostri principali obiettivi a tendere: grazie alla convergenza metodologica sarà possibile mettere a sistema tutte le informazioni che riguardano l’intero ciclo di vita dell’edificio, oggi gestite e custodite in maniera differente dalla pluralità dei soggetti coinvolti nella filiera delle costruzioni, consentendone una lettura in chiave di qualità del costruito e di gestione e manutenzione programmata.
Dal processo tradizionale al BIM: come cambia l’approccio dei professionisti?
La progressiva affermazione di questo processo, inteso nella sua accezione più ampia, reca con sé la necessità che i tecnici adeguino le proprie competenze a quelle richieste dal nuovo modello di filiera, al fine di coglierne le opportunità professionali. Un percorso impegnativo che il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati sostiene con un’offerta formativa di alto livello, funzionale al raggiungimento di un obiettivo ambizioso: consentire alla Categoria di assumere un ruolo chiave nei futuri (e ormai prossimi) team di progetto.
A proposito: quali prospettive apre al geometra la “rivoluzione” BIM?
Sarà sempre più richiesto in ruoli che sommano competenze tecniche e di tipo gestionale, focalizzate su aree tematiche strategiche quali tempi/costi/rischi e stakeholder/comunicazione. Ad esempio, per effetto dell’integrazione tra il DM 560/2017 (“Decreto BIM”) e la relativa Delibera ANAC (1007:2017), ai geometri candidati al ruolo di Rup per lavori che possono arrivare ad importi superiori a 1 milione di euro (e inferiori alla soglia comunitaria), saranno sempre più richiesti anche requisiti di professionalità che rientrano nell’alveo del project management; analogamente ai Rup per appalti e concessioni di lavori, servizi o forniture, nonché ai Bim Specialist (o modellatore dell’informazione per i modelli grafici e non).
In ultimo: quale ritiene debbano essere le priorità della politica per dare continuità alla sinergia tra il settore edilizio e l’Information Technology?
Occorre, a mio avviso, accelerare la qualificazione delle stazioni appaltanti e implementare lo sviluppo della progettazione digitale: nel merito, l’esperienza maturata dalla Categoria è a disposizione delle strutture ministeriali intenzionata a concretizzare la “via italiana” al BIM.