Occorre un piano straordinario di manutenzione e messa in sicurezza del territorio
All’evento conclusivo della XXXV Assemblea Annuale Anci, sul tema “Italia in sicurezza”, hanno preso parte Angelo Borrelli, Capo Dipartimento Protezione Civile; Massimo Castelli, Sindaco di Cerignale e coordinatore nazionale ANCI Piccoli Comuni; Alessandro Delpriori, Sindaco di Matelica; Clemente Mastella, Sindaco di Benevento e Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati.
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Nel corso della tavola rotonda “Italia in sicurezza”, evento conclusivo della XXXV Assemblea Annuale Anci, si è discusso di politiche del territorio. Nell’ambito di tale incontro, il Presidente CNGeGL ha nuovamente sottolineato l’esigenza di intervenire per ovviare ai numerosi problemi di carattere sismico, idraulico e idrogeologico. L’iniziativa è stata riportata anche nell’edizione in edicola del quotidiano economico – finanziario “Italia Oggi”
All’evento conclusivo della XXXV Assemblea Annuale Anci, sul tema “Italia in sicurezza”, hanno preso parte Angelo Borrelli, Capo Dipartimento Protezione Civile; Massimo Castelli, Sindaco di Cerignale e coordinatore nazionale ANCI Piccoli Comuni; Alessandro Delpriori, Sindaco di Matelica; Clemente Mastella, Sindaco di Benevento e Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati.
Durante la tavola rotonda si è parlato di politiche del territorio e il Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati Maurizio Savoncelli, dal palco si è così rivolto al premier Giuseppe Conte: “Dobbiamo prendere atto che il nostro Paese non regge più: abbiamo problemi di carattere sismico, idraulico e idrogeologico che non è possibile affrontare in chiave emergenziale. Occorre un piano straordinario di manutenzione e messa in sicurezza del territorio che recepisca le trasformazioni avvenute in seguito ai cambiamenti di natura climatica, morfologica e sociologica, che ci consenta di attivare risorse e non già di stanziare fondi per catastrofi già avvenute. Occorre intervenire su infrastrutture che risalgono all’immediato dopoguerra, ormai obsolete e fragili: senza un loro ammodernamento l’Italia non può ripartire”.