L’emergenza Costa Concordia raccontata dai geometri che c’erano
Sono stati diversi i geometri toscani impegnati nel monitoraggio degli spostamenti del relitto della Costa Concordia, nelle ore immediatamente successive al naufragio.
Un lavoro di precisione e grande responsabilità, condotto con entusiasmo e spirito di sacrificio che i media ricordano ancor a oggi. Nelle ore immediatamente successive al naufragio della nave Costa Concordia, molti non sanno che alcuni professionisti hanno avuto un ruolo molto delicato. Tra questi, i geometri Mauro Alessandroni di Porto Santo Stefano e Marco Bisdomini di Grosseto, che hanno lavorato al monitoraggio degli spostamenti del relitto.
Così racconta l’inizio di questa appassionante avventura Mauro Alessandroni: “Quando fui chiamato dal Comandante dei Vigili del Fuoco di Grosseto non potevo immaginare, ero completamente all’oscuro, quando mi si presentò davanti un gigante appoggiato su un fianco che continuava a naufragare e di cui dovevo monitorare gli impercettibili spostamenti”.
Una esperienza che ha dimostrato quanto sia importante riuscire a prendere le giuste decisioni in pochissimi minuti, lavorare con precisione in situazioni di assoluta emergenza e precarietà (la stazione totale fu posizionata su una piccola scogliera di fronte alla nave, in assenza di illuminazione), e in condizioni meteo avverse.
Marco Bisdomini fu invece incaricato di realizzare un sistema di monitoraggio Gps da affiancare al sistema topografico già presente sull’isola, che avrebbe dovuto servire in caso di movimenti improvvisi del relitto della Costa Concordia, come allarme per tutti coloro che stavano operando per il recupero dei dispersi e delle vittime. Lui ricorda così con emozione la sua esperienza.
“Arrivammo al Giglio, spiega il professionista, per la prima riunione operativa con una piccola imbarcazione dei Vigili del Fuoco. Dovevamo predisporre un sistema di misura che consentisse di registrare nel minor tempo possibile gli spostamenti anomali del relitto dell’ordine di 3 millimetri”.
Sono questi i particolari di una missione che durò quasi due mesi, caratterizzata da mille difficoltà, e animata da un grande spirito di squadra da parte di tutti i professionisti impegnati. Oggi i media tornano sull’argomento per approfondire questi aspetti, grazie alle testimonianze dei diretti protagonisti, che completano il loro racconto sottolineando la grande generosità degli abitanti dell’isola.