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Legge di Stabilità: Anci, basta rinvvi, serve riordino associazzionismo

I Comuni in generale, ed i piccoli Comuni in particolare, non sono più nelle condizioni di attendere norme di semplificazione che da troppo tempo vengono richieste

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“I Comuni in generale, ed i piccoli Comuni in particolare, non sono più nelle condizioni di attendere norme di semplificazione che da troppo tempo vengono richiestee mai prese in considerazione, sia sul piano ordinamentale che organizzativo e finanziario. Il carico amministrativo è ancora più gravoso quanto più piccolo è il Comune e il solo associazionismo, pur nella sua rilevanza, costituisce un passaggio fondamentale ma non può risolvere tutte queste questioni. E’ necessario insistere quindi su norme di semplificazione e di fiscalità di vantaggio pensate per i Comuni di minore dimensione demografica”. Lo afferma Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e Coordinatore nazionale ANCI Piccoli Comuni, al termine della riunione di oggi del Comitato Direttivo dell’ANCI.

“E’ del tutto evidente” aggiunge “che debba essere data attenzione prioritaria alla definizione di alcune Politiche mirate per: lo sviluppo e la salvaguardia delle Aree Interne; una nuova governance locale, anche attraverso l’Associazionismo; una forte semplificazione ordinamentale; il tutto affiancato da un ‘Progetto Controesodo’, che favorisca il ripopolamento dei Comuni delle aree interne”.

“Per quanto riguarda l’associazionismo” aggiunge l’esponente dell’ANCI “riteniamo prioritario che si perseguano con urgenza le linee tracciate dal Manifesto di Cagliari del Luglio 2015. Per queste ragioni il 2016 non può e non deve concludersi con ulteriori proroghe sulla gestione associata obbligatoria e, quindi, con un sostanziale nulla di fatto, situazione che ANCI non è disposta ad accettare. L’ANCI, attraverso la formulazione di una dettagliata e realizzabile proposta di riordino delle gestioni associate, ha dimostrato come sia possibile superare lo stallo attuale derivante dall’impianto del DL 78/2010. Tale Proposta ha riscontrato la condivisione dei Ministeri competenti. Pertanto auspichiamo che si proceda, dopo sei anni di diagnosi accurate e predisposte non solo dall’ANCI ma anche dal Ministero dell’Interno e dalla Corte dei Conti, alla riforma dell’impianto attuale. Una riforma, quindi, che vada nella direzione di una riscrittura di una nuova disposizione chiara, attuabile e definitiva, che preveda un periodo di graduale adeguamento ed eviti ulteriori e deleteri slittamenti, con risvolti che sarebbero politicamente e amministrativamente catastrofici per la governance locale; se ciò non trovasse accoglimento in un collegato alla legge di stabilità” conclude Castelli “chiediamo l’abrogazione della normativa vigente sull’obbligo associativo, come punto di partenza per ridisegnare una riforma organica, sistematica e attuabile”. 

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