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La storia dell’Unione europea e i valori della normazione

Sessant'anni fa, a Roma, i sei Paesi fondatori hanno gettato le basi dell'Europa nella convinzione che il commercio potesse produrre un’interdipendenza tra i Paesi

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Sessant’anni fa, a Roma, i sei Paesi fondatori hanno gettato le basi dell’Europa nella convinzione che il commercio potesse produrre un’interdipendenza tra i Paesi che riducesse i rischi di conflitti. I trattati di Roma hanno quindi istituito un mercato comune nel quale le persone, i beni, i servizi e i capitali circolano liberamente e hanno creato presupposti di prosperità e stabilità per i cittadini nel corso del più lungo periodo di pace della storia europea.

Il consolidamento del fondamento “economico” ha permesso l’evoluzione verso aspetti meno legati al business e più orientati a quella che è stata chiamata “economia sociale di mercato”: attenta alla salute, all’ambiente, al clima, alla sicurezza, alla giustizia e all’immigrazione. Non tutti lo ricordano, ma nel 2012 l’UE ha vinto il premio Nobel per la pace per aver contribuito alla pace, alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani in Europa!

I diritti umani sono sempre stati uno dei principali obiettivi dell’UE, sia al suo interno che nel resto del mondo. Dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto: dall’entrata in vigore del trattato di Lisbona, nel 2009, la Carta dei diritti fondamentali sancisce tutti questi diritti in unico documento. Le istituzioni dell’UE hanno l’obbligo giuridico di difenderli, e altrettanto sono tenuti a fare i Paesi membri quando applicano la legislazione europea.

Normazione tecnica ed Europa si incontrano nel 1961, anno di fondazione del CEN Comité Européen de Normalisation, con lo scopo di costruire un sistema unico di riferimenti tecnici condivisi che sostenesse la creazione e la crescita del Mercato Unico: una sola norma riconosciuta in 34 Paesi rende molto più semplice per le imprese accedere ai mercati nazionali, nei quali si “giova” delle stesse regole, le norme EN.

La versione più aggiornata del quadro legislativo europeo all’interno del quale opera la normazione è il Regolamento UE 1025/2012, ma i principi secondo i quali la normazione supporta l’economia, aumenta la produttività, facilita il commercio e mette in condizione le imprese di qualunque dimensione (anche le micro e PMI) di accedere a mercati in tutto il mondo, sono ancora quelli dei primi anni ’60; tuttora validi.

Così come gli obiettivi dell’Unione europea, anche quelli della normazione si sono evoluti nel tempo e a quelli di business si sono affiancati il miglioramento del welfare dei cittadini, la tutela dell’ambiente…

La formalizzazione della collaborazione tra normazione e legislazione europea è il cosiddetto “nuovo approccio” sancito nel 1985. Esso stabilisce la limitazione alla definizione di principi e requisiti generali in alcune famiglie di direttive europee e il rimando alle “norme armonizzate” per definire i dettagli tecnici che permettono di ottenere qualità, sicurezza, rispetto ambientale dei prodotti e servizi. Il rispetto delle stesse norme da parte degli operatori garantisce la conformità ai requisiti di legge e quindi la libera circolazione nel Mercato Unico. Questo mercato si è confermato essere il principale motore economico dell’UE, in grado di sviluppare questa immensa risorsa anche in altri campi quali quelli dell’energia, della conoscenza e dei mercati dei capitali, per consentire ai cittadini europei di beneficiarne pienamente.

In occasione del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma, guardiamo al passato con orgoglio e al futuro con speranza, con la consapevolezza che la normazione tecnica ha contribuito (e continua a farlo) alla costruzione di un’Unione in grado di promuovere la cooperazione pacifica, il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e la solidarietà tra le nazioni e i popoli europei.

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