venerdì, Novembre 15, 2024
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Ambiente

La canapa in cantiere è resistente, salubre, ecologica e tampona l’umidità di Denis Sugan geometra Esperto in Edificio Salubre

La fibra di canapa è stata utilizzata nel corso della storia per applicazioni durevoli come corde, vele e abbigliamento.

Costruire case di Canapa: un articolo di Denis Sugan
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La fibra di canapa è stata utilizzata nel corso della storia per applicazioni durevoli come corde, vele e abbigliamento. Ancora oggi, le navi usano la canapa per la sua forza e resistenza naturale alla muffa e agli agenti atmosferici. La coltivazione della canapa ha una lunga tradizione in Italia e in Europa ed è totalmente ecologica: richiede ridotte quantità di acqua, non necessita di pesticidi e contribuisce al corretto sfruttamento delle risorse naturali.

La fibra di canapa è un materiale incredibilmente resistente, con la capacità di tamponare l’umidità, regolare le prestazioni termiche e mantenere la sua rigidità strutturale; la canapa è un isolante naturale e sano ideale. La fibra di canapa è biodegradabile e non tossica, non provoca prurito o irritazione, ha la capacità di assorbire i VOC. E’ ottima per l’isolamento acustico, è resistente ai roditori e agli insetti è un prodotto sano e ecologico, di facile implementazione e durevole. La resistenza della fibra diminuirà quando le fibre sono esposte all’irradiazione UV. È anche resistente al fuoco, leggero e ricco di silice, ma è soprattutto un materiale, che sintetizza il carbonio e riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera, rendendo gli ambienti più sani e abbattendo le emissioni inquinanti. L’isolamento in canapa di solito ha un contenuto di fibre naturali al 95% e questo alto contenuto naturale è in grado di procurare il massimo confort e benessere all’utente finale.

Alla fine della vita di un edificio, la fibra di canapa è biodegradabile, ma può anche essere incenerita per fornire ulteriore energia.

La canapa può assorbire fino al 20% del suo peso in umidità senza alcun deterioramento delle sue prestazioni termiche, mentre alcuni isolanti artificiali si alterano in modo significativo.

Come sappiamo la mancanza di “traspirabilità” nei materiali da costruzione può portare anche a danni strutturali e a problemi di salute dei fruitori dell’edificio perché l’umidità può creare condensa e muffe tossiche, che posso scatenare malattie respiratorie.

La canapa agisce come un ‘tampone dell’umidità’ assorbendo improvvisi flussi di condensa e permettendole di evaporare a un ritmo più graduale.

L’isolante in canapa ha un valore di conducibilità termica λ da 0,039 a 0,040 W/m K e garantisce dunque un livello di isolamento termico al pari della maggior parte degli isolanti oggi presenti sul mercato.

I bassi livelli di conduttività rendono la canapa un eccellente isolante. Gli isolanti naturali hanno anche una maggiore massa termica che consente loro non solo di trattenere il calore ma anche di regolare le prestazioni termiche per un ambiente interno ottimale. Ciò consente agli edifici di rimanere più caldi in inverno e di garantire una certa protezione contro il surriscaldamento in estate.

L’isolamento della canapa è elastico, flessibile e quindi ideale per l’uso in spazi ristretti. Da una mescolanza industriale di acqua e canapa, nascono anche mattoni, intonaci, massetti e cappotti adatti sia per edifici vecchi che di nuova costruzione. A differenza dei mattoni tradizionali, i mattoni in canapa si posano a secco e vengono smaltiti con maggiore facilità.

La bioedilizia a base di canapa si sta sempre più evolvendo, anche in risposta agli obiettivi del pacchetto per il clima e l’energia 2020 promosso dalla Commissione Europea. Siamo oramai tutti più sensibili all’ecosostenibilità e convinti che il calcestruzzo e il cemento sono materiali superati ed il futuro è anche delle case di canapa che sono più salubri.

Un articolo di Denis Sugan Ggeometra Esperto in Edificio Salubre

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