Frane e alluvioni, in arrivo le nuove Linee guida previste dal piano nazionale di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico
Al 90% delle 7153 opere che andranno a combattere il dissesto idrogeologico sarà applicato il nuovo testo di indirizzo
Per il 90% delle 7153 opere atte a combattere il dissesto idrogeologico nelle regioni italiane saranno applicate nuove linee guida. Una sorta di diktat emerso nei giorni scorsi nel corso della riunione operativa tenutasi a Palazzo Chigi su impulso della struttura di missione #italiasicura.
Alla riunione hanno partecipato i vertici di ministeri, enti di ricerca e strutture titolari o impegnati nel lavoro contro il dissesto idrogeologico: dai Ministeri dell’Ambiente e Infrastrutture con il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici alla Protezione Civile, da Ispra all’Associazione Consorzi di Bonifica, dal Centro italiano per riqualificazione fluviale al Consiglio nazionale delle ricerche.
Un parterre d’eccezione che dimostra l’importanza dell’argomento.
Ma dove andranno ad incidere le nuove linee guida per la lotta al dissesto idrogeologico?
Le nuove linee guida in arrivo vieteranno, in primo luogo, gli interventi di cementificazione e restringimento delle sponde fluviali o la copertura di fiumi e torrenti. In coerenza con prescrizioni che saranno emanate da tutte le autorità di bacino, saranno possibili diversi interventi, sia strutturali come casse di espansione o vasche di laminazione delle piene e canali scolmatori, sia nuove opere previste come obbligo dallo Sblocca Italia dei ‘contratti di fiume’ per riqualificare i corsi fluviali italiani.
“E’ un lavoro urgente e necessario di aggiornamento della vecchia idraulica” ha dichiarato alla stampa Erasmo D’Angelis, capo struttura di missione #italiasicura contro il dissesto idrogeologico “le nuove linee guida saranno adottate per ogni intervento sulle aste fluviali, e stiamo spingendo tutte le Regioni ad apporre prima possibile vincoli e salvaguardie per l’inedificabilità assoluta nelle aree più fragili. Il Governo per la prima volta cambia pagina e sta investendo nel ciclo finanziario 2015-2020 circa 7 miliardi e trasformando in cantiere gli oltre 2 miliardi recuperati dai fondi non spesi negli ultimi 15 anni contro frane, alluvioni ed erosione costiera.