Equo compenso: incontro in Consiglio regionale tra Confprofessioni Marche, rappresentanze sindacali e ordini professionali
E’ in via di definizione la proposta di legge sull’equo compenso per la disciplina dei contratti tra liberi professionisti e Regione Marche.
E’ in via di definizione la proposta di legge sull’equo compenso per la disciplina dei contratti tra liberi professionisti e Regione Marche. Gli aspetti finali del testo sono stati oggetto di un incontro di interlocuzione fra il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, Confprofessioni Marche, e le rappresentanze sindacali e gli ordini professionali di psicologi, ingegneri, architetti, consulenti del lavoro, assistenti sociali, geometri, geologi, agronomi, medici e avvocati.
“Entro pochi giorni – ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo – verrà depositata la proposta, e, dopo le ultime modifiche provenienti dalle istanze professionali, il testo definitivo verrà presentato nelle prossime settimane. L’iter dell’atto inizierà, molto probabilmente, a settembre, e in autunno dovrebbe arrivare in aula”.
Nel suo insieme, la proposta di legge regionale intende rendere più cogenti le norme statali delle stazioni appaltanti in tutte le procedure di affidamento e prevedere che l’equo compenso sia il parametro come base d’asta. Nei contratti di incarico professionale, inoltre, assicura che non vengano inserite clausole vessatorie.
“E’ già dallo scorso anno che si discute di una simile normativa – ha affermato il presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli – e, con la presidenza del Consiglio regionale, condividiamo una forte volontà politica in tal senso. Stiamo finalmente superando gli ostacoli procedurali e colmando il relativo ritardo rispetto alle Regioni che hanno già applicato una legge in merito. Ha una valenza importante, specie per le professioni tecniche, ma anche gli altri comparti, in considerazione del fatto che può riguardare tanti professionisti: in Italia, infatti, sono oltre un milione, il numero più elevato fra gli stati dell’Unione europea, e la sensibilità e attualità del tema dell’equo compenso sono in linea anche con la discussione sul salario minimo europeo”.