Conciliazione sempre obbligatoria, la proposta c’è
L'emendamento al disegno di legge sulla concorrenza predisposto dal Ministero dello Sviluppo economico.
La conciliazione, obbligatoria ma a tempo, in questi anni ha dato risultati molto positivi. Ecco perché si sta ragionando per far sì che quest’obbligo non abbia più una durata limitata nel tempo.
151.469 mediazioni obbligatorie nel solo 2015, con risultati al di sopra di ogni aspettativa. Laddove le parti abbiano infatti deciso di andare oltre il primo incontro – tradizionalmente l’ostacolo principale a ogni tentativo di concilazione – nel 43% dei casi si è arrivati a un’intesa che ha chiuso la lite prima di portare il contenzioso di fronte all’autorità giudiziaria.
E’ da questa fotografia che nasce la proposta di rendere perpetuo l’obbligo di esperire il tentativo di conciliazione tra le parti in modo da scongiurare il rischio di una causa civile. La novità è contenuta in un emendamento al disegno di legge sulla concorrenza messo a punto dal Ministero dello Sviluppo economico, nel quale si prevede la fine del regime transitorio che era stato introdotto originariamente. L’articolo 5, comma 1 bis, del decreto legislativo de 4 marzo 2010 stabilisce infatti che l’obbligo di esperire il tentativo di mediazione abbia una durata quadriennale, con scadenza fissata al 20 settembre prossimo.
L’emendamento, invece, mira a eliminare questo limite e a far sì che l’obbligo permanga nel tempo. Il perché, è spiegato nello stesso emendamento, dipende dagli “esiti positivi dell’applicazione della previsione normativa in esame sul piano della riduzione del numero delle controversie pendenti presso i tribunali e le corti d’appello e, quindi, nella riduzione del contenzioso”.
Al momento, i settori in cui vige l’obbligo di effettuare il previo tentativo conciliatorio sono i seguenti: diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. Tra gli obiettivi, però, c’è quello di estendere tale obbligatorietà anche ad altre materie.