CILA e fine lavori: guida completa per orientarsi nella burocrazia edilizia
Comprendere la CILA e la Comunicazione di Fine Lavori è fondamentale per chi intraprende interventi edilizi, al fine di garantire la conformità alle normative vigenti e prevenire sanzioni.

CILA e fine lavori, come comportarsi? La burocrazia italiana è caratterizzata da un insieme articolato di leggi, regolamenti e procedure che spesso risultano intricate e distanti dalla quotidianità. Orientarsi tra normative, circolari e disposizioni può rappresentare una sfida significativa. Chi decide di affrontare autonomamente questo ambito si rende presto conto della complessità del compito.
In questo articolo:
- Che cos’è la CILA
- Quando non è necessario presentare la CILA?
- Comunicazione di fine lavori
- Costi della CILA e della Comunicazione di Fine Lavori
- Come si chiude la CILA
- Comunicazione di fine lavori e CILA: i documenti da allegare
- CILA e aggiornamento catastale: cosa fare dopo la fine lavori
- Sanzioni mancata presentazione CILA o comunicazione fine lavori
- Sei un geometra? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?
Comprendere la CILA e la Comunicazione di Fine Lavori è fondamentale per chi intraprende interventi edilizi, al fine di garantire la conformità alle normative vigenti e prevenire sanzioni.
Ogni settore professionale è regolato da specifiche normative e dispone di esperti specializzati in grado di fornire consulenze dettagliate. In particolare, il settore edilizio è tra i più complessi, richiedendo competenze approfondite. La vasta e intricata burocrazia genera spesso stress elevato, specialmente in situazioni di affitto, acquisto o ristrutturazione di immobili. Termini come CILA per la ristrutturazione del bagno, SCIA per il rifacimento del tetto o CIL per l’installazione di pannelli fotovoltaici possono confondere. Ma cosa significano realmente? A chi devono essere presentati questi documenti?
Che cos’è la CILA
Per comprendere le differenze tra CIL, CILA e SCIA, è essenziale analizzare i rispettivi ambiti di applicazione.
Queste sigle, se interpretate correttamente, aiutano a comprendere la natura delle pratiche. La CILA, acronimo di comunicazione di inizio lavori Asseverata, è richiesta prima di avviare interventi di manutenzione straordinaria che non coinvolgono le strutture portanti dell’edificio. Se, invece, si modifica la pianta dell’immobile, è necessario presentare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Interventi come il rifacimento del bagno, la sistemazione degli impianti, la demolizione e ricostruzione di tramezzi, la sostituzione degli infissi o la modifica degli spazi interni richiedono la presentazione al Comune di una serie di documenti. Questi includono la comunicazione di inizio lavori, il progetto di ristrutturazione e una relazione asseverata da un professionista che attesti la conformità delle nuove strutture alle normative vigenti. Questo insieme di documenti costituisce la CILA.
Quando non è necessario presentare la CILA?
Non è necessario presentare la CILA quando i lavori previsti:
- Modificano le parti strutturali dell’edificio;
- Alterano le superfici complessive;
- Cambiano la destinazione d’uso dell’immobile (ad esempio, da residenziale a commerciale);
- Modificano la sagoma e i prospetti.
Per le attività di edilizia libera (interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che non comportano cambiamenti strutturali) è sufficiente la comunicazione di inizio lavori (CIL) senza necessità di autorizzazioni particolari.
Comunicazione di fine lavori
L’avvio dei lavori di ristrutturazione deve essere sempre comunicato, indipendentemente dalla natura degli interventi. Analogamente, è obbligatorio dichiarare la conclusione di tali attività. La comunicazione di fine lavori (CFL) serve proprio a questo scopo. Questo documento viene presentato dal direttore dei lavori o dal tecnico che ha curato la CILA.
La CFL deve essere consegnata entro tre anni dalla conclusione della ristrutturazione. In caso contrario, si rischiano sanzioni economiche. È possibile richiedere una proroga, che può essere concessa dalla pubblica amministrazione in specifici casi:
- Lavori di grande entità;
- Difficoltà tecniche non previste durante la progettazione;
- Lavori dipendenti dall’erogazione di fondi statali;
- Iniziative della pubblica amministrazione.
Costi della CILA e della Comunicazione di Fine Lavori
La presentazione di documenti come CILA, SCIA o CFL comporta dei costi. Per la CILA, le spese possono variare tra i 500 e i 1.000 euro, mentre per la comunicazione di fine lavori si attestano tra i 500 e gli 800 euro. Questi importi possono variare in base alla regione. Ad esempio, in Lombardia, i costi possono essere più elevati rispetto ad altre regioni.
I costi della CFL dipendono da diversi fattori, tra cui:
- Parcella del tecnico: un professionista che verifica la conformità dei lavori e supervisiona il progetto dal punto di vista burocratico. Se lo stesso tecnico si occupa sia della CILA che della CFL, è possibile che il costo sia cumulativo e comprenda entrambi i documenti;
- Diritti di segreteria: variano da comune a comune. Ad esempio, a Bologna ammontano a 36,10 euro, a Roma a 251,24 euro, a Torino a 45 euro e a Firenze a 50 euro (senza cambio d’uso dell’immobile). A Milano, invece, non sono previsti costi;
- Progettazione: richiede dal 7% al 10% del costo totale dell’intervento;
- Direzione dei lavori: comporta una spesa pari al 4-5% del costo totale. In molti interventi non è obbligatoria e potrebbe quindi essere una voce di spesa eliminabile.
Come si chiude la CILA
Per concludere ufficialmente i lavori di ristrutturazione e chiudere la CILA, è necessario presentare la Comunicazione di fine lavori. La documentazione deve includere specifici dati, tra cui:
- Dati anagrafici del titolare (nome, cognome, codice fiscale, indirizzo, ecc.);
- Dati della ditta o della società che ha eseguito i lavori;
- Dati del procuratore o del delegato;
- Informazioni sull’ubicazione dell’immobile;
- Data di conclusione dei lavori;
- Indicazione se la conclusione dei lavori è parziale o totale;
- Riferimento alla CILA con cui sono stati avviati i lavori;
- Informativa sulla privacy.
Una volta inserite tutte le informazioni, è necessario allegare i documenti richiesti e inviare la documentazione all’ufficio tecnico del Comune di riferimento. La trasmissione può avvenire attraverso i canali telematici previsti dalla pubblica amministrazione oppure tramite presentazione diretta presso gli sportelli comunali. Alcuni Comuni richiedono anche il pagamento di oneri amministrativi, che variano a seconda del territorio.
Comunicazione di fine lavori e CILA: i documenti da allegare
Per completare correttamente la pratica, è necessario allegare alcuni documenti alla CILA e alla CFL. I documenti da presentare con la CILA includono:
- Riferimenti della ditta esecutrice degli interventi;
- Elaborati progettuali con indicazione dettagliata delle modifiche apportate;
- Fotografie dello stato attuale dell’immobile (non sempre richieste, ma utili a dimostrare l’effettiva realizzazione dell’intervento);
- Autorizzazioni e permessi comunali, se necessari;
- Asseverazione del tecnico abilitato (ingegnere, geometra o perito edile), che certifica il rispetto delle norme edilizie, incluse quelle relative alla sicurezza sismica e all’efficienza energetica. Il professionista attesta inoltre che i lavori non hanno interessato parti strutturali dell’edificio.
Per la comunicazione di fine lavori, invece, la documentazione richiesta è generalmente più snella e comprende:
- Certificato di collaudo finale, che attesta la conformità dei lavori eseguiti rispetto al progetto iniziale;
- AQE (Attestato di Qualificazione Energetica) o APE (Attestato di Prestazione Energetica), obbligatori quando previsti dalla normativa;
- Dichiarazione di conformità al progetto e alla relazione tecnica, a conferma che i lavori sono stati eseguiti secondo le specifiche previste e nel rispetto delle disposizioni urbanistiche ed edilizie.
Questa comunicazione può essere effettuata solo dopo il completamento di tutti i collaudi e l’acquisizione dei documenti richiesti dalla normativa, tra cui la certificazione di fine lavori, la dichiarazione di conformità degli impianti e l’aggiornamento catastale dell’immobile.
CILA e aggiornamento catastale: cosa fare dopo la fine lavori
Una volta presentata la comunicazione di fine lavori, può essere necessario procedere con l’aggiornamento al Catasto Fabbricati. Questo passaggio è obbligatorio se la ristrutturazione ha comportato una variazione della planimetria o della destinazione d’uso dell’immobile.
Il tecnico incaricato dovrà effettuare la variazione catastale tramite la piattaforma Docfa dell’Agenzia delle Entrate, allegando i nuovi elaborati grafici e la dichiarazione delle modifiche apportate. L’aggiornamento catastale è indispensabile per garantire la regolarità fiscale dell’immobile e per evitare problemi in caso di vendita o locazione futura.
Sanzioni mancata presentazione CILA o comunicazione fine lavori
Il mancato rispetto delle procedure burocratiche può comportare sanzioni economiche. In particolare:
- L’omessa presentazione della CILA comporta una sanzione amministrativa che può variare da 1.000 a 10.000 euro, a seconda della gravità della violazione e del Comune di riferimento;
- Il ritardo nella Comunicazione di Fine Lavori può portare all’applicazione di penali e, nei casi più gravi, al blocco della certificazione di agibilità dell’immobile;
- Se le modifiche realizzate non rispettano le normative urbanistiche, il Comune può ordinare la demolizione delle opere non conformi o richiedere il ripristino dello stato originario dell’immobile.
Per evitare problemi, è sempre consigliabile affidarsi a un tecnico qualificato, che possa seguire la pratica dall’inizio alla fine, garantendo il rispetto di tutte le disposizioni normative.
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