Casse, aumentano gli iscritti, ma la popolazione invecchia
Presentato il VII Rapporto Adepp sulla previdenza privata. Raccolta a 9,7 miliardi e un patrimonio di 80 miliardi
Diminuiscono i lavoratori autonomi, aumentano i liberi professionisti: sono i dati contenuti nel VII Rapporto Adepp a sottolineare come il peso percentuale dei liberi professionisti sia aumentato, passando dai circa 5 punti percentuali del 2007 ai 6 punti percentuali del 2017. Continua infatti il trend positivo degli iscritti alle Casse di previdenza private, +21,33% dal 2005 al 2016. E anche per il 2016 si conferma la diminuzione dei nuovi ingressi mentre la differenza di genere è pressoché inesistente, il 48% è donna. E se consideriamo la componente degli iscritti sotto i 30 le donne superano di 2 punti percentuali i nuovi iscritti uomini. Inoltre le donne entrano nel mondo del lavoro in media a 31 anni mentre i colleghi uomini a 34 anni. Infine, le professioniste, negli ultimi 10 anni, sono passate dal rappresentare il 30% del totale degli iscritti al 36%.
L’analisi demografica: la platea invecchia
Secondo il VII Rapporto Adepp sulla previdenza privata nel 2017 aumentano i pensionati attivi raggiungendo un + 4,35% rispetto allo scorso anno. La forbice tra iscritti attivi e pensionati attivi quindi si allarga confermando il trend registrato negli ultimi anni. I dati ci dicono che la fascia di età maggiormente presente è quella compresa tra i 40 e i 50 anni (29% del totale degli iscritti) e tra i 50 e i 60 anni (il 25% del totale degli iscritti). La fascia di età tra i 30 e i 40 anni nel 2005 rappresentava quasi il 41% del totale degli iscritti, nel 2016 il 29%.
L’analisi reddituali: -11% in cinque anni
La crisi ha inciso pesantemente sul sistema professionale italiano che ha subito in cinque anni un decremento pari all’11%, registrando un -0,60% nel 2016. Il calo è decisamente maggiore, 18,3%, se consideriamo il potere d’acquisto. Cresce invece dei professionisti dipendenti, +8%. I liberi professionisti under 40 guadagnano in media un terzo dei lori colleghi over 50. Un professionista a 30 anni guadagna in media 12mila euro lorde all’anno e se è donna il 9% in meno del collega maschio. Un gap di genere non solo persiste con l’innalzamento dell’età ma aumenta. Una donna tra i 40 e i 50 anni guadagna il 27% in meno del collega, percentuale che aumenta nella fascia over 70 toccando punte del 38%. Le differenze di reddito riguardano anche la provenienza geografica. I professionisti del Sud guadagnano in media il 40% in meno dei professionisti del Nord. Il caso emblematico è quello della Calabria dove i professionisti dichiarano un reddito del 60% inferiore a quello dei colleghi del Trentino Alto Adige. Una donna in Calabria guadagna quasi poco più di 11mila euro lordi all’anno, una professionista in Trentino Alto Adige ne guadagna oltre 35mila.
Casse, raccolta a 9,7 miliardi. Il Patrimonio tocca gli 80 miliardi
Nel 2016, gli Enti previdenziali hanno raccolto oltre 9,7 miliardi di euro (totalizzando un incremento percentuale pari al 7,18%) e pagato 6 miliardi di euro di prestazioni (+1,63%). Negli ultimi 12 anni le entrate contributive sono aumentate di oltre l’80% e le prestazioni erogate del 68%. Se il Patrimonio delle Casse di Previdenza private è passato dai 65,6 miliardi di euro del 2013 agli 80 miliardi nel 2016, anche le tasse pagate dal sistema delle casse private registrano un segno positivo, superando i 540 milioni di euro. Di questi ben 365 milioni sono tassazione sulle rendite finanziarie. Da sottolineare che con la Finanziaria 2015 l’aliquota relativa alle rendite finanziarie è passata dal 20 al 26%, azione che non solo ha inciso pesantemente sulle Casse ma le ha paragonate alla stregua di un qualunque fondo speculativo e non riconoscendone le finalità specifiche e cioè il pagamento delle pensioni obbligatorie dei propri iscritti. Anche la spesa complessiva per il welfare supera i 500 milioni di euro. Aumentano le indennità di maternità e le polizze sanitarie LTC.
«Per poter affrontare il futuro come liberi professionisti – ha detto il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti – dobbiamo adattarci rapidamente a un cambiamento che non è solo legato alla demografia e all’economia, ma anche all’evoluzione tecnologica della intelligenza artificiale che rischia di avere impatti notevoli sulle entrate contributive. Come Adepp stiamo lavorando per una piattaforma di servizi per migliorare le cosiddette ?soft skill? cioè quelle conoscenze trasversali che oggi sono indispensabili in un mondo in evoluzione, in costante aggiornamento e innovazione tecnologica per poter affrontare correttamente i mercati. Sono le competenze sul problem solving, sulle lingue, sulla conoscenza dell’information and communication technology, la capacità di comunicare efficacemente e di rendicontare, perché sappiamo, Galileo ce l’ha insegnato, che solo quello che si misura in realtà poi è reale».