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Ambiente

Azioni di monitoraggio e bonifica del gas Radon: Normativa

Azioni di monitoraggio e bonifica del gas Radon: un articolo a cura di Barbara Mazza geometra libero professionista Esperto in Edificio Salubre.

Azioni di monitoraggio e bonifica gas Radon: Normativa
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La fonte principale del gas Radon è il terreno e le rocce sottostanti l’edificio, dai quali esso migra negli ambienti chiusi sia per diffusione, che spinto dal differenziale pressorio che si instaura fra il suolo e l’ambiente di vita. In alcuni casi, comunque sono state rilevate elevate concentrazioni dovute a particolari materiali da costruzione (contenenti elevate dosi di Ra226).

Il gas radon proveniente dal suolo può infiltrarsi nei locali cantinati o nelle stanze poste al piano terreno in edifici su vespaio seguendo strade diverse:

attraverso le solette in calcestruzzo;

attraverso fessurazioni e crepe nelle murature di fondazione;

attraversando i punti di ingresso delle condutture di acqua, gas, scarichi, ecc.

Fattori determinanti per l’accumulo di radon nelle abitazioni sono il clima, la tipologia costruttiva, il valore dei tassi di ventilazione (adottati nell’ottica di strategie gestionali energeticamente consapevoli). Una volta penetrato nell’edificio, il radon ha una elevata mobilità e si distribuisce rapidamente in tutto l’ambiente in modo piuttosto uniforme.

I fattori più importanti di emissione e di spostamento del radon sono:

  • il grado di fratturazione della roccia
  • la permeabilità del terreno, infatti, più il sottosuolo è permeabile, più è facile che il radon riesca ad arrivare fino in superficie. Viceversa, un terreno compatto, per esempio con un’alta percentuale di limo o argilla, può costituire una forte barriera alla sua diffusione;
  • le variazioni di temperatura e di pressione dell’aria.

Le cause della differenza di pressione più comuni sono l’effetto camino e l’effetto vento.

Di norma i valori più elevati si riscontrano nei locali a contatto con il terreno p.es. nei seminterrati o al pianoterra, mentre ai piani superiori la concentrazione del radon è molto minore.

Un metodo sicuro per accertare la presenza e la quantità di radon è quello di effettuare una misura, tramite appositi dosimetri, che registrano la radioattività presente in locali e costruzioni di ogni genere. L’azienda che fornisce i dosimetri, darà tutte le indicazioni per il posizionamento e le misurazioni. Le misure della concentrazione media annua di radon in aria devono essere effettuate per un periodo complessivo di un anno suddiviso in due semestri consecutivi.

Il numero dei punti di misura dipende dell’ampiezza dei locali ed è il seguente:

  • Per locali separati di piccole dimensioni (inferiori a 50 m2 ) è sufficiente una misura in ciascun locale;
  • Per locali separati di medie e grandi dimensioni è consigliabile una misura ogni 100 m2 di superficie.

Gli ambienti consigliati per la misura sono il soggiorno o la camera da letto, in quanto luoghi in cui generalmente si trascorre la maggior parte del tempo. Il dosimetro va collocato in un luogo distante il più possibile da correnti d’aria e fonti di calore, quindi lontano da finestre, porte, caloriferi, stufe, caminetti, bocchettoni d’aria condizionata, ecc. Si suggerisce di posizionare il dosimetro sulla sommità di un armadio o altro mobile, avendo cura di non spostarlo per tutta la durata della misura. Trascorso il periodo di esposizione, il tutto va rispedito o consegnato a mano nel più breve tempo possibile all’ente o laboratorio prescelto. Di solito i risultati vengono restituiti entro 60 giorni dal rientro del dosimetro presso il laboratorio scelto.

L’Organismo di misura esegue le analisi sui misuratori, il risultato delle misurazioni è contenuto in un certificato rilasciato al committente dall’organismo di misura, sulla base delle informazioni fornite dallo stesso.

Al momento la normativa italiana prevede l’obbligo alla determinazione dell’esposizione al gas radon (D. Lgs.17 marzo 1995 n° 230 modificato dal D. Lgs. 26 maggio 2000 n. 241) solo per gli esercenti di attività lavorative durante le quali i lavoratori e, eventualmente, persone del pubblico sono esposte in particolari luoghi di lavoro. Il limite, detto livello di azione, per tali ambienti di lavoro è di 500 Bq/m3, superato il quale “l’esercente pone in essere azioni di rimedio idonee a ridurre le grandezze misurate al disotto del predetto livello”.

Il 17 Gennaio 2014 è stata pubblicata la nuova Direttiva della Comunità Europea “Direttiva 2013/59/Euratom” (che sostituisce la precedente raccomandazione 2000/473/Euratom), che riduce il livello di riferimento per le concentrazioni di radon nei luoghi di lavoro (Art. 54). Tale nuovo livello non deve essere superiore a 300 Bq/m3 (lo stesso stabilito per le civili abitazioni), a meno che un livello superiore non sia giustificato da particolari circostanze esistenti a livello nazionale.

Per luoghi di lavoro si intende ogni luogo dove si esercita una attività, con la presenza di persone, comprese:

  • Abitazioni con badanti e baby-sitter
  • Studi professionali
  • Laboratori artigianali
  • Sale conferenze
  • Luoghi ricreativi
  • Edifici destinati ad associazioni
  • Mense e ristori
  • Ecc

Dal mese di agosto 2017 nella Regione Puglia è in vigore Legge Regionale n. 30 del 03 novembre 2016 (BURP n. 126 del 04/11/2016), modificata dall’art. 25 dalla Legge Regionale 36/2017 del 09/08/2017 (BURP n. 96 del 11/08/2017).

Con la Legge Regionale n.13 del 08/07/2019 anche nella Regione Campania è stato imposto l’obbligo di misurare la concentrazione di gas Radon in tutte le attività a piano terra. Fanno eccezione solamente i locali residenziali ed i vani tecnici per impianti. Al termine della misura annuale è obbligatoria la trasmissione dei risultati al Comune e all’ARPAC.

La mancata attuazione comporta la sospensione della certificazione di agibilità del locale.

A seguito dell’entrata in vigore della Legge regionale n. 30/2016 e s.m.i. la misurazione dei livelli del gas radon è diventata obbligatoria per gli edifici aperti al pubblico. La normativa identifica 300 Bq/m3 come livello limite di riferimento per concentrazione di attività di gas radon in ambiente chiuso misurato con strumentazione passiva. In particolare, la misurazione deve essere effettuata in:

  • Edifici destinati all’istruzione. La misurazione del radon deve essere effettuata in tutti i luoghi frequentati dal personale scolastico e non ed aperti al pubblico;
  • Edifici non destinati all’istruzione. La misurazione deve essere effettuata in locali interrati, seminterrati e locali a piano terra e aperti al pubblico.

Le misure di radon non devono essere condotte in:

  • Locali che non siano occupati con continuità, quali i vani tecnici, locali di servizio, spogliatoi e ambienti di passaggio come i corridoi.
  • Locali a piano terra (aperti al pubblico) con superfice non superiore a 20 mq, salvo che in virtù di collegamento strutturale con altri locali non derivi il superamento del limite dimensionale previsto per l’esenzione, purché dotati di adeguata ventilazione.

L’Art.4 – comma della Legge regionale n. 30/2016 e s.m.i.  stabilisce che gli esercenti di attività (proprietari o in affitto) devono provvedere ad avviare la misurazione del gas radon entro e non oltre novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge (a partire dal 11/08/2017).

L’attività di misurazione del gas radon deve avere la durata di un anno, suddiviso in due distinti semestri. Il dosimetro dovrà essere sostituito alla fine del primo semestre. Una volta concluso il periodo di esposizione il dosimetro dovrà essere spedito al laboratorio incaricato dello svolgimento delle analisi (Organismo di Misura), insieme ai dati richiesti. Il laboratorio si occuperà di inviare all’esercente un certificato con gli esisti della misurazione. La trasmissione degli esiti, sotto forma di relazione, deve essere effettuata entro un mese dalla conclusione del rilevamento al comune interessato e ad ARPA Puglia.

La Legge regionale della Campania è similare a quella della Puglia, infatti è obbligatoria negli edifici destinati al pubblico e laddove si esercitano attività, secondo le seguenti indicazioni:

  • La misura del gas Radon deve essere effettuata con dosimetri passivi a tracce nucleari;
  • La misura deve iniziare entro il 16/10/2019;
  • Occorre elaborare un piano di campionamento che stabilisca quanti punti di misura sono descrittivi dei locali e dove posizionarli;
  • Per ogni punto di misura deve essere impiegato 1 dosimetro, nel periodo autunnale-invernale, per un tempo di stazionamento di 6 mesi ed 1 altro dosimetro, nel periodo primaverile-estivo, per altri 6 mesi;
  • I dosimetri vanno analizzati da un laboratorio specializzato in radioprotezione.
  • I risultati dei due semestri vanno mediati ponderalmente e vanno confrontati con il limite di 300 Bq/mc;
  • I risultati della misura annuale, unitamente ad una relazione descrittiva, vanno inviati al Comune e all’ARPAC entro il 16/01/2021;
  • Obbligo di presentare al Comune interessato un piano di risanamento entro 60 giorni;
  • In caso di mancato invio il Comune sospenderà l’Agibilità dei locali.

Il gas Radon è la seconda causa di morte per il cancro del polmone dopo il fumo da sigaretta ed espone. Recentemente è intervenuta un’importante sentenza del Tribunale di Padova, che ha riconosciuto il nesso causale tra l’esposizione al gas e il tumore al polmone. Il giudice di primo grado ha così condannato Il ministero della Difesa, rinviando la quantificazione del risarcimento al tribunale civile. Il procedimento riguardava la morte di due militari, deceduti proprio per aver inalato per anni gas radon.

Un piano globale di intervento per la bonifica del gas radon si compone di 6 fasi susseguenti:

  • metodologie di diagnosi del radon indoor;
  • selezione di una strategia di mitigazione;
  • progetto di una strategia di mitigazione;
  • applicazione di una strategia di mitigazione;
  • valutazione dell’efficacia della strategia adottata;
  • eventuali azioni di feed back.

Una volta individuati gli eventuali elevati livelli di radon tale strumento si configura come una lista di elementi da verificare per indicare gli effettivi punti di ingresso del gas al fine di poter intervenire efficacemente con una strategia di bonifica mirata.

La struttura dell’edificio gioca un ruolo fondamentale sul tipo e numero delle vie di ingresso del radon.

Al fine di individuare delle categorie di analisi si individuano tre tipologie di attacco a terra:

  • edificio con vano interrato (cantinato);
  • edificio con vano più basso a livello del terreno;
  • edificio con vano seminterrato (quando la porzione è interrata, su uni o più lati della casa, di una quota variabile fra 0,30 m ed 1 m).

A parità di altri fattori (contenuto di radio nel terreno, permeabilità del suolo, rateo di ventilazione all’interno) è proprio la tipologia di attacco a terra l’elemento che influisce maggiormente sulla concentrazione di radon indoor, cosicché si può ipotizzare che edifici con un maggior numero di vie di ingresso presentino anche livelli più elevati di radon.

Un edificio con vano cantinato (totalmente interrato) offre sicuramente una superficie di contatto con il terreno più ampia rispetto ad altre tipologie e presenta quindi, maggiori rischi di ingresso del radon.

Da una siffatta analisi emergono due tipologie abitative totalmente contrapposte per ciò che concerne il rischio del radon e conseguentemente il rischio sanitario:

abitazioni con vano cantinato ⇒ tendono ad offrire maggiori rischi per l’ingresso di radon;

abitazioni con sottofondo provvisto griglie di aerazione aperte ⇒ creando uno spazio con differenziale pressorio nullo dovrebbero offrire i minori rischi di ingresso di radon.

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