Ausiliari del giudice: la Corte Costituzionale stabilisce il diritto a una retribuzione equa
La Corte Costituzionale dichiara incostituzionale la riduzione dei compensi per le vacazioni successive, garantendo retribuzioni eque per gli ausiliari del giudice.

Con la sentenza n. 16 del 10 febbraio 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la riduzione dei compensi per le vacazioni successive alla prima, evidenziando l’urgenza di riformare il sistema tariffario per garantire una retribuzione adeguata ai professionisti tecnici e preservare la qualità del servizio giudiziario.
La Corte Costituzionale dichiara incostituzionale la riduzione dei compensi per le vacazioni successive, garantendo retribuzioni eque per gli ausiliari del giudice.
Nel contesto dei compensi orari per l’attività svolta dagli ausiliari del giudice, il metodo di calcolo basato sulla vacazione—unità di misura corrispondente a due ore di lavoro del professionista—non può operare una distinzione tra la prima vacazione e quelle successive.
La sentenza n. 16 del 10 febbraio 2025
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 16 del 10 febbraio 2025, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4, secondo comma, della legge 8 luglio 1980, n. 319 (Compensi spettanti ai periti, ai consulenti tecnici, agli interpreti e ai traduttori per le operazioni eseguite a richiesta dell’autorità giudiziaria), nella parte in cui prevede, per le vacazioni successive alla prima, la liquidazione di un onorario inferiore rispetto a quello stabilito per la prima vacazione.
La Corte ha ritenuto irragionevole tale distinzione, sottolineando che essa accentua la sproporzione tra il compenso riconosciuto e il valore della prestazione dell’ausiliare, compromettendo il diritto a una retribuzione adeguata e la qualità del servizio offerto.
Il caso concreto
La questione era stata sollevata, in riferimento agli articoli 3 e 111 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Firenze, che aveva censurato la norma poiché l’entità “irrisoria” degli attuali onorari determinerebbe un assetto normativo che sacrifica il diritto a una retribuzione adeguata del professionista e lede la garanzia di un equo processo, non assicurando la qualità minima della prestazione dell’ausiliare.
Questa decisione della Corte Costituzionale pone l’accento sulla necessità di una riforma complessiva del sistema tariffario, al fine di garantire una retribuzione equa ai professionisti tecnici coinvolti nel sistema giudiziario e di preservare la qualità del servizio offerto.