mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Ambiente

L’Anci risponde a Legambiente sull’indagine sul dissesto idrogeologico

“L’indagine sul dissesto idrogeologico presentata nei giorni scorsi da Legambiente non fa che confermare una situazione già ben a conoscenza dei Sindaci italiani”

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sul dissesto idrogeologico presentata nei giorni scorsi da Legambiente non fa che confermare una situazione già ben a conoscenza dei Sindaci italiani, che da anni chiedono rafforzamento delle risorse, semplificazione normativa e competenze adeguate per intervenire in modo sempre più efficace.

“Come Anci” si legge in una nota stampa ufficiale “non possiamo che confermare tutta la nostra disponibilità per potenziare le campagne di informazione e di sensibilizzazione dei cittadini, sulle quali c’è però da dire che troppe volte i sindaci finiscono per trovarsi soli. Allo stesso tempo, però, non possiamo non far notare che sul fronte delle politiche degli enti locali alcuni passi avanti importanti sono stati fatti: la pianificazione urbanistica è molto più attenta, si estende la collaborazione con il volontariato sulla protezione civile, sta migliorando anche la manutenzione dei corsi d’acqua. Su quest’ultimo aspetto, in particolare, è necessario ora valorizzare le potenzialità dei consorzi di bonifica, disboscando gli appesantimenti amministrativi e burocratici”.

Lo afferma il delegato ANCI all’Ambiente, Bruno Valentini, che nei giorni scorsi è intervenuto nel corso del convegno di presentazione ‘Ecosistema rischio 2016′, il monitoraggio sulle attivita’ nelle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico svolto da Legambiente e presentato oggi a Roma nella sede dell’ANCI.

“Concordo con il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio” aggiunge Valentini  “quando sollecita l’intero sistema pubblico, Regioni comprese, a stare al fianco dei Sindaci, che sono il presidio primario del territorio, l’ente a cui si rivolge in prima battuta la popolazione che vuole essere informata o aiutata”.

 

Quindi il delegato ANCI ricorda che “in questi anni, nonostante la riduzione progressiva di risorse e di personale, i Comuni non sono venuti meno al loro impegno per sistemare un territorio che per sua natura è molto esposto al rischio di frane, alluvioni e smottamenti. Tuttavia” ribadisce Valentini “l’indagine di Legambiente evidenzia che sono ancora molto diffuse situazioni di precarietà o di mancata consapevolezza sui Piani locali di protezione civile. Per questo ANCI, insieme al dipartimento nazionale di Protezione civile, sta cercando di accelerare l’estensione e l’aggiornamento dei Piani. Poiché è evidente che spendere in prevenzione impegna meno risorse di quante ne servano a calamità avvenuta, va fatto ogni sforzo – aggiunge Valentini – affinché la pianificazione urbanistica tenga conto dei rischi idrogeologici, arrivando anche dove è necessario a delocalizzare quanto è stato edificato erroneamente nel passato”.

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