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Attualità

Al via Made Expo 2017

I temi: nuovo Codice degli appalti, Casa Italia, prevenzione incendi, valutazione immobiliare

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L’esordio è su un tema di grande attualità: il nuovo Codice degli appalti. Il convegno a tema è stato organizzato nello spazio BuildSmart!, la piattaforma per sperimentare, produrre e diffondere pratiche innovative in edilizia. Nel panel dei relatori il Consigliere Pasquale Salvatore, che assieme a Pietro Baratono (Provveditore Interregionale OOPP Lombardia ed Emilia Romagna), Vincenzo Giovine (Vice presidente CN Geologi), Rino La Mendola (Vice presidente CN Architetti), Michele La Penna (Consigliere CN Ingegneri) e Roberta Vitale (Presidente ANCE Giovani) ha messo a confronto, in ottica di continuità, il “prima” e il “dopo” l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti, con l’obiettivo di formulare proposte per superare le criticità rilevate nei primi mesi di applicazione.

Quelle del CNGeGL, elaborate in sinergia con la Rete delle Professioni Tecniche, sono chiare e ben definite; tra queste: la centralità e la qualità del progetto; la distinzione dei ruoli fra liberi professionisti e dipendenti pubblici, ai quali dovrebbero competere – rispettivamente – l’esecuzione e la programmazione e il controllo; l’incompatibilità tra il ruolo di RUP e quello di progettista, direttore lavori o direttore dell’esecuzione; le agevolazioni per l’inserimento dei giovani professionisti; i concorsi di progettazione; l’affidamento prioritario al vincitore del concorso (anche con requisiti da acquisire); compensi certi e riferiti a parametri noti; l’eliminazione di “barriere” per la partecipazione alle gare; l’implementazione della digitalizzazione delle procedure; il divieto dell’appalto integrato; la non applicabilità degli accordi quadro ai servizi professionali.

“Il recepimento di queste istanze – ha sottolineato Salvatore – consentirebbe da un lato di superare oggettive problematiche interpretative e applicative, dall’altra di valorizzare la validità dell’impianto di base. Senza contare che un quadro di riferimento più semplice, chiaro e stabile avrebbe ricadute positive sull’operato dei professionisti, sui cittadini, sul sistema Paese”.

In ultimo, un passaggio comune a tutti gli interventi circa i tempi: troppo lunghi per definire la cornice (21 mesi), molto brevi per scrivere il testo di legge (solo 2), insufficienti per avviare un confronto analitico con le professioni tecniche; inesistenti in termini di “transitorio”.

La prevenzione antisismica è un tema di grande rilevanza, reso urgente dagli eventi che hanno funestato (e continuano a funestare) il centro Italia sin dallo scorso agosto. L’esigenza di “fare sistema” per spostare il focus dall’emergenza alla prevenzione (da troppo tempo auspicata e sinora irrealizzata, con grande dispersione di risorse tecniche ed economiche), oggi trova una sponda in “Casa Italia”, la struttura di missione voluta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e coordinata dal rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone. Il convegno “Casa Italia: oltre l’emergenza, una visione per il futuro”, organizzato all’interno del contenitore BuildSmart!, si è posto l’obiettivo di fare il punto su questa importante iniziativa con le testimonianze dei soggetti più attivi sul fronte dell’analisi scientifica e delle proposte di intervento concreto: i Consigli Nazionali di Geometri, Architetti e Ingegneri (riuniti nella Rete delle Professioni Tecniche) e Legambiente.

Nel suo intervento, il Consigliere Nazionale Serafino Frisullo ha ribadito la posizione della Categoria, organica a quella elaborata dalla RPT: “E’ necessario avviare prioritariamente il monitoraggio sul livello di vulnerabilità sismica di ciascun edificio, partendo dalle zone a rischio più elevato e proseguendo lo screening nelle zone a rischio sismico decrescente; definire costi certi e politiche di incentivazione fiscale per la diagnostica sul patrimonio immobiliare privato; sensibilizzare e coinvolgere i cittadini attraverso una campagna informativa finalizzata a promuovere la cultura della prevenzione”. Una posizione in linea con quanto espresso dai rappresentanti delle altre categorie tecniche (il Presidente CNAPPC Giuseppe Capocchin, il Vice presidente CNI Gianni Massa) e dal Project Manager Giovanni Azzone, che con vari accenti hanno sottolineato la necessità di affrontare il tema in un’ottica inter e multidisciplinare, unitamente all’avvio di azioni di informazione, sensibilizzazione e incentivazione alla diagnostica.

Il 2016 è stato un anno importante per l’Italia in tema di valutazione immobiliare: l’entrata in vigore, il 1° giugno 2016, dei nuovi standard europei elaborati da TEGoVA, così come le nuove Linee Guida ABI e le Circolari n. 285 e n. 288 della Banca d’Italia, chiamata a recepire la “Direttiva mutui” 2014/17/UE (che accolgono i contributi metodologici forniti dal CNGeGL in sinergia con la Rete delle Professioni Tecniche), fissano norme stringenti sui requisiti di professionalità dei periti valutatori, tra i quali il possesso di certificazione idonea. Sul tema è intervenuto in maniera puntuale il Vice presidente Antonio Benvenuti, che ha sottolineato come anche nel nostro Paese “la valutazione immobiliare assume sempre più i connotati di una professione, più che una tecnica”. Un cambiamento che va ben oltre la prassi virtuosa, perché destinato ad incidere su vari fronti.

In primo luogo sul modus operandi del professionista, al quale è richiesta una solida preparazione metodologica, attestata da certificazioni e qualifiche ad hoc (quale il REV rilasciato dal CNGeGL), “soprattutto quale conseguenza – come ha sottolineato varie volte Benvenuti nel corso del suo intervento – dell’assunzione di responsabilità della perizia da parte degli istituti di credito, che rispondono dei casi di errata valutazione”. In secondo luogo, sulla stabilità dei mercati: “La valutazione degli immobili – ha aggiunto – è un’attività complessa, con ricadute economiche e sociali di grande rilevanza; svolgerla in maniera corretta significa infondere fiducia nei consumatori e puntellare la stabilità del settore finanziario, sempre più integrato con quello immobiliare”.

 

Infine, sulla macchina giudiziaria: i contenziosi che scaturiscono da errate valutazioni immobiliari hanno un impatto molto forte in termini di costi di recupero, tempi di escussione, eccetera. Limitarli elevando il livello della prestazione professionale produrrebbe una serie di benefici (soprattutto per il cittadino) di grande interesse. Ne hanno discusso, assieme ad Antonio Benvenuti, Giulio Borella (giudice del Tribunale di Vicenza), Simone Luchini (fondatore dell’associazione TSEI), Diego Buono (Vice presidente CIPAG), Matteo Negri (membro della Commissione REV del CNGeGL).

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